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Chiquita se ne va da Panama. Sbattendo la porta. Il colosso delle banane ha licenziato gli ultimi 1.600 lavoratori della filiale di Changuinola, nella provincia di Bocas del Toro, vicino al confine con il Costa Rica, da quasi un mese in sciopero contro la riforma del sistema di Welfare che ha tagliato importanti benefici su salute e pensioni. Nelle ultime settimane, ci sono state ripetuti marce e scontri con la polizia e il blocco delle principale arterie stradali ha paralizzato il Paese. Lo scorso 23 maggio, l'erede della United fruit company aveva annunciato il siluramento di due terzi della manodopera. Il fallimento del negoziato tra il governo del presidente conservatore, José Raúl Mulino, e i sindacati, ha spinto l'azienda a congedare anche il resto, inclusi gli ultimi sessanta amministrativi. Per l'economia panamense è «un colpo durissimo», ha spiegato la ministra del Lavoro, Jackeline Muñoz. Chiquita controlla il 90 per cento della produzione bananiera nazionale, da cui dipende quasi un quinto delle esportazioni. Un valore da 325 milioni di dollari solo nel primo trimestre dell'anno. La perdita, dunque, si profila enorme. A meno di un compromesso dell'ultimo minuto. Il governo ha promesso di ritirare la misura ma ha condizionato la decisione al voto dell'Assemblea nazionale. Le organizzatori dei lavorati rifiutano, però, di rimuovere i blocchi fino a quando non la legge non sarà ufficialmente cancellata. Nel frattempo, Chiquita riparte.